Quando due mondi si incontrano by R.M.Williams e J.Vance

Quando due mondi si incontrano by R.M.Williams e J.Vance

autore:R.M.Williams e J.Vance
La lingua: ita
Format: epub
editore: ccopp
pubblicato: 2014-01-07T00:00:00+00:00


La mattina si verificava il fenomeno contrario della sera. Prima il crepuscolo verde di Atreus, che poi si colorava di rosa quando Gideon saliva dietro le nuvole. Era una giornata pesante, con ammassi di nuvole nere all'orizzonte.

Fletcher fece colazione, si vestì indossando una tuta aderente dotata di impianto termico e completata da uno scafandro a tenuta d'acqua, con il casco di plastica.

Il batiscafo era appeso a una gru sull'estremità est dello zatterone, ed era costituito da uno scafo di plastica trasparente, al cui centro si trovava una cella metallica a tenuta stagna, contenente le pompe motrici. Man mano che veniva immerso, lo scafo si riempiva d'acqua attraverso un sistema di valvole, che poi venivano chiuse. Il batiscafo arrivava a una profondità massima di centocinquanta metri. Metà della pressione era sopportata dallo scafo, l'altra metà dall'acqua racchiusa nell'interno.

Fletcher si infilò attraverso il portello superiore nell'abitacolo; Murphy collegò i tubi delle bombole di ossigeno con il casco di Fletcher, poi avvitò il portello. Mahlberg e Hans Heinz manovravano la gru. Murphy, che presiedeva alle manovre, esitò un attimo, guardando prima l'oceano cupo, poi Fletcher, poi ancora l'oceano.

Fletcher agitò una mano.

— Calate — disse la sua voce attraverso l'altoparlante situato sulla paratia dietro di loro.

Murphy fece un cenno. Il batiscafo incominciò a scendere, e l'acqua prese a entrare attraverso le valvole, avvolgendo il corpo di Fletcher fino a sommergerlo completamente. Dalla valvola di scarico del casco uscivano bolle d'aria.

Fletcher provò il funzionamento delle pompe e degli altri strumenti di bordo; intanto il batiscafo sprofondava sott'acqua.

— Ha più fegato di quanto credessi — disse Murphy.

— Se qualcosa lo insegue può fuggire — commentò Damon. — Forse è più al sicuro nel batiscafo che quassù.

Murphy gli diede una manata sulla spalla. — Damon, ragazzo mio, se vuoi sentirti sicuro, arrampicati fino in cima all'albero. Sarà difficile che salgano fin lassù per trascinarti in acqua.

Murphy sollevò lo sguardo verso la cupola, alta una trentina di metri sul ponte. — Ci andrei subito anch'io... se sapessi che qualcuno è disposto a venire a portarmi da mangiare.

Heinz indicò le bolle che salivano alla superficie.

— Sta passando sotto di noi per andare verso nord — disse.

Il tempo stava peggiorando. Alte ondate si frangevano contro la zattera inzuppando chiunque si trovasse sul ponte. Poi le nubi si diradarono fino a lasciare intravedere la sagoma di Gideon e Atreus, simili a un'arancia sanguigna e a un limone. Il vento cadde di colpo e l'oceano si appiatti improvvisamente. L'equipaggio era raccolto nella mensa, e tutti erano nervosi; parlavano a tratti, senza riuscir ad avviare un discorso vero e proprio.

In preda a una crescente inquietudine, Damon salì in laboratorio, ma discese subito di corsa. — Decabrac! — gridò. — Sotto la zattera... li ho visti dall'osservatorio.

Murphy si strinse nelle spalle. — Qui mi sento al sicuro.

— Vorrei catturarne uno vivo — disse Damon.

— Non abbiamo già abbastanza guai? — borbottò Dave Jones.

— Non sappiamo quasi niente sui decabrac — disse pazientemente Damon. — Sono una specie molto evoluta. Chrystal ha distrutto i dati in nostro possesso, e a me occorre almeno un esemplare da esaminare.



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